Follia di Patrick McGrath

Buongiorno a tutti, finalmente torno con i miei soliti ritmi ad occuparmi del mio amato angolino letterario. Siamo alle porte del weekend, cosa farete di bello? Io purtroppo passerò quasi tutto il mio tempo a lavorare, infatti, non odiatemi per questo, spero verrà a piovere, così non soffrirò troppo 😅
Oggi vi lascio un'altra recensione, un libro letto all'inizio del mese, che mi ha lasciato una sensazione di angoscia e incomprensione che continuano ad infastidirmi. Infatti la recensione non è un granché (so che lo dico spesso, ma abbiate pazienza, raramente sono soddisfatta di quello che scrivo), perché a causa di questi dubbi e sensazioni che mi ha lasciato non sono riuscita ad essere molto obiettiva e credo di non essermi spiegata molto bene.
Quando mi capitano queste cose, mi rendo conto di quanto possono essere potenti e devastanti i libri, quanto possono entrare dentro di noi e scombussolare così tanto. Incredibile davvero!
Comunque, spero mi lascerete qualche commento...è un libro decisamente famoso e sono sicura che qualcuno di voi lo ha già letto, mi piacerebbe avere un confronto per capire se solo io avuto problemi con questa storia, oppure se è capitato a qualcun altro.


Questo libro era nella mia libreria da tempo immemore, lo avevo comprato spinta dai tanti pareri positivi che trovavo in giro per il web, ma soprattutto perché ho una grande curiosità verso quelle storie che hanno come ambientazione il manicomio o che, in un modo o nell’altro ne parlano.
Il libro racconta la storia di Stella, vista dagli occhi e dai pensieri del suo amico psichiatra Peter. Stella è la moglie di Max, un’altro psichiatra che accetterà un lavoro al Mental Health Act, un manicomio vittoriano nella sperduta campagna inglese.Qui, Stella conoscerà Edgar, uno dei pazienti del manicomio che ha ricevuto un po’ più di libertà rispetto agli altri grazie al suo comportamento tranquillo. Tra i due nascerà subito una scintilla di attrazione, che li porterà letteralmente alla follia.
Inutile raccontare di più, vi rovinerei la lettura, ma questo libro è un’intensa e disturbante storia d’amore e di pazzia. Inoltre, conoscere i fatti attraverso gli occhi di Peter, dà subito al lettore modo di poter scavare più a fondo nei comportamenti dei protagonisti, perché essendo uno psichiatra a raccontare, inevitabilmente ci sono momenti di analisi approfondite di un comportamento o di un’altro e questo sicuramente aiuta.
Io personalmente ho avuto un rapporto un po’ burrascoso con questo libro, ancora adesso, che sono passate circa due settimane dalla fine della lettura, ho i pensieri confusi e non ho ben chiaro quanto il libro mi sia piaciuto. Mi sono sentita rapita dall’inizio alla fine, tant’è che ho letto il libro in un paio di giorni; proprio perché lo stile di McGrath e l’espediente di raccontare il tutto da uno sguardo esterno e psicologico, rende il libro un intenso racconto ricco e senza momenti di pausa, in cui la storia d’amore tra Stella ed Edgar sembra prendere le viscere di chi la legge. Ma ho trovato molto difficoltoso riuscire ad accettare e comprendere alcune scelte di Stella, sarà a causa della mia vita e delle mie esperienze, ma mi è risultato davvero ostico accettarla e seguirla nei suoi desideri e piano piano nella sua pazzia. Sono stata letteralmente tormentata da alcune scene e dalle conseguenze che hanno sulla protagonista, ho avuto un senso di inquietudine serpeggiante che sembrava non mollarmi un attimo e alla fine ho concluso la lettura davvero molto disturbata. E’ la prima volta che mi capita con un libro, di solito anche le letture più complesse e difficili riesco a digerirle entro qualche giorno, riesco a fare ordine nei miei pensieri; in questo caso non sta succedendo ed essendo la prima volta che mi capita non riesco a capire il perché. Mi rendo conto che se un libro è in grado di sconvolgere così tanto e di occupare così spesso i pensieri di un lettore, vuol dire che qualcosa di buono lo ha fatto, che la storia nel bene e nel male è riuscita ad entrare dentro e a mettere in subbuglio chi la legge...ma nel mio caso credo sia più “nel male”, ecco perché sono in difficoltà a parlarne e perché continuo ad essere molto indecisa sulla votazione da dare a questa lettura.
Lo stile di McGrath l’ho amato molto, è semplice e con questa semplicità riesce ad essere d’impatto e coinvolgente come pochi altri; dona la giusta importanza alle descrizioni così come ai dialoghi, e fa un grandissimo lavoro di introspezione nella protagonista, ma anche negli altri personaggi principali. Sono arrivata ad odiare Stella e a supportare il marito Max, ho raggiunto il punto in cui ho iniziato ad ascoltare Peter con sufficienza perché lo ritenevo “compromesso”, mentre Edgar mi lasciava spesso interdetta e confusa, non riusciva a offrirmi più di tanto e quel poco che mi dava mi sconvolgeva e disturbava.
Cercando di pensare a mente fredda a tutta la storia e ai personaggi, sicuramente uno degli intenti di McGrath era proprio quello di tenere il lettore sulle spine e di portarlo ad un inquietudine e disagio...ma con me forse non ha funzionato del tutto questo intento. Continuo ad avere mille domande in testa, sulle mie reazioni alla lettura e su certe scene della storia e credo che solo una rilettura (forse) potrebbe farmi bene e aiutarmi, sicuramente prima o poi proverò, ma per ora vorrei riuscire a chiudere il mio personale rapporto con “Follia” e magari ritrovarlo tra qualche anno. Mi rendo conto che questa recensione dica poco sul libro e sia molto più personale, ma non riesco a fare altrimenti, non ce la faccio ad analizzare in modo distaccato la storia e lo stile di scrittura, ci ho provato, ma non credo sia venuto fuori un gran lavoro...per ora dovete accontentarvi di questo.
Per concludere non mi sento di consigliare questo libro, a meno che non siate lettori con una grande voglia di mettervi in gioco e di rischiare con un libro che potrebbe sconvolgere le vostre giornate per molto tempo e che potrebbe crearvi un disturbo abbastanza forte.
Un piccolo appunto sulla mia votazione, mi sono sentita di dare un voto abbastanza alto perché continuando a riflettere e cercare di digerire il libro, non posso assolutamente dire che non mi sia piaciuto o che sia scritto male, tutt’altro; ma la mia esperienza personale con questo romanzo è stata notevolmente disturbante e sconvolgente, ecco il perché di un voto “a metà”.

Letto dal 09 maggio 2018 al 11 maggio 2018
★★★½



Info sul libro:

Titolo: Follia
Autore: Patrick McGrath
Traduttore: Matteo Codignola
Casa editrice: Adelphi Edizioni
Pagine: 296
Prezzo: 12.00 €

Trama:
Inghilterra, 1959. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più perturbante che abbia incontrato nella sua carriera – la passione letale fra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. È una vicenda cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe esercita su di noi una malìa talmente forte da risultare quasi incomprensibile – finché lentamente non ne affiorano le ragioni nascoste.

Commenti

  1. Lo sai che, per colpa tua, adesso voglio leggerlo, vero? Nonostante le premesse - anzi proprio per le premesse - adesso sto morendo dalla curiosità di capire cosa ti ha disturbata tanto e come mai non sei ancora riuscita ad assimilare la lettura fino in fondo... insomma, anche io voglio farmi disturbare...
    Sono sana di mente? XD

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    1. Ahahaha sei sanissima di mente, anzi sono proprio felice che la curiosità venga accesa anche da una recensione che non è super entusiasta come altre e che sia proprio questo dubbio ad accenderti *_*
      Credo potrebbe essere un buonissimo modo per farti disturbare, anche se forse potresti vivere la lettura in modo diverso dal mio...

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    2. Ecco, e adesso sei riuscita a incuriosirmi ancora di più :o perché vivere la lettura in modo diverso dal tuo? XD
      Mannaggia a te, quasi quasi... dopo aver riportato in biblioteca La ragazza che dormì con Dio mi prendo questo! Vergogna u.u

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    3. Perché le nostre esperienze di vita e secondo me, inevitabilmente, anche il modo in cui viene vissuto questo libro (così come tanti altri) cambia davvero tanto in base al proprio background personale. Ma hai già iniziato "La ragazza che dormì con Dio"??? *_*

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  2. Al contrario di te, non amo e non mi attraggono i libri ambientati nei manicomi semplicemente perché è una tematica che mi interessa ritrovare nei libri. Il fatto che questo libro sia particolarmente ansiogeno, "Tra i due nascerà subito una scintilla di attrazione, che li porterà letteralmente alla follia.", mi porta a fuggire al doppio della velocità.

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    1. Che bello vedere il commento di Denise e subito dopo il tuo, sono proprio gli opposti ed è anche questo che adoro dei libri...non è proprio un libro che ti avrei consigliato, dunque direi che continuo a conoscerti abbastanza bene ;)

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  3. Io questo libro l'ho letto tanti anni fa proprio perché tutti ne parlavano bene. Mi ricordo che non mi era piaciuto ma non ricordo letteralmente nient'altro. Non mi ha lasciato niente, nonostante anche io ami i romanzi ambientati nei manicomi o comunque i temi psicologici e psichiatrici. Tuttavia, siccome continuano a parlarne tutti come se fosse una meraviglia, mi propongo sempre di rileggerlo. Lo farò prima o poi, se non altro per rinfrescarmi la memoria.

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    1. Beh, sicuramente è un libro complicato secondo me, credo che serva il giusto stato d'animo per riuscire a leggerlo e affrontarlo...sicuramente il fatto che ogni tanto ti torna voglia di rileggerlo, per capire se magari era il momento sbagliato e se è proprio il libro che non è per te, è una cosa buona. La curiosità è sempre un buon fattore quando si parla di lettura :)

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  4. Di Mc Grath ho letto - e recensito - un paio di titoli: "Grottesco", anni fa, e più recentemente "Spider", del quale avevo in realtà già avuto modo di vedere la trasposizione cinematografica, percui va detto che ho perso il colpo di scena finale, ma nonostante questo è riuscito lo stesso a catturarmi completamente. Conoscendo già l'autore, comprendo perfettamente il senso della tua recensione. E capisco la sensazione nello stomaco che lascia un libro che ti disturba, che mentre lo leggi vorresti non leggerlo eppure prosegui e vai fino in fondo.
    In realtà queste sensazioni io le ho provate in parte con Mc Grath, ma anche e soprattutto con Cecità di Saramago, letto di recente.
    E' vero, per accostarsi a certi libri bisogna essere nello stato d'animo giusto, come scrivi tu. Onestamente la tua recensione mi ha incuriosito moltissimo, a questo punto. "Follia" non l'ho mai letto ma è uno di quei libri che, in libreria, più di una volta mi è capitato sottomano e del quale conoscevo a grandi linee la trama per aver letto più e più volte la quarta di copertina.
    Lo comprerò, decisamente. Sono curiosa di vedere se stavolta Mc Grath mi delude, o se anche stavolta riesce a catturarmi, anche se in modo distorto.

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    1. Ecco, ad esempio "Cecità" di Saramago è uno di quei libri che ho iniziato, ne ho letto una cinquantina di pagine e poi l'ho mollato e regalato ad un'amica. Non so se era il periodo sbagliato o se più semplicemente quel libro o Saramago non fanno per me, per ora però la voglia di riprovarci non ce l'ho.
      Credo tu abbia trovato le parole giusto McGrath "cattura il lettore in modo distorto", e probabilmente è proprio questo il suo punto di forza. Nonostante questa strana esperienza con "Follia", ho già messo in wishlist "Grottesco" e "Il morbo di Haggard".

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  5. Ciao bella, mi sono imbattuta nel tuo blog forse neanche tanto per caso, e forse ancora meno per caso nella tua recensione/non recensione di questo libro, che - guarda caso! - è uno dei miei preferiti in assoluto!!
    Mi era stato regalato da un caro amico, e forse non lo lessi neanche subito, comunque una volta cominciato non sono più stata capace di staccarmene: la storia è molto potente (ok, lo ammetto, io in questo genere un po' ci sguazzo, forse perché la psicologia è una delle mie passioni), e mi ha colpito tantissimo.
    Devo dire che non c'è una parte di questo libro che non mi sia piaciuta, mi ha proprio completamente assorbita: tutta la storia è stata pensata e costruita magistralmente - a mio modestissimo parere- tant'è che il finale è assolutamente all'altezza di tutto il resto. Ovviamente non si può tralasciare il fatto che il McGrath ha avuto un predecessore illustre, ossia un certo Tolstoj, che con la sua Anna Karenina forse gli è stato un tantino d'ispirazione per questa opera: se ci rifletti bene non si può non notare un certo parallelismo nel triangolo che si viene a creare...e mi fermo qui perché non voglio spoilerare per chi non ha ancora letto.
    Comunque sia: gran libro, super consigliato per chi cerca qualcosa che ti tenga incollato alle pagine dall'inizio alla fine :-)
    Grazie dello spazio concessomi, adesso vado a curiosare fra le altre tue recensioni, e spero di poter intervenire ancora :-)

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